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Abbiamo intervistato Pauz, un rapper innamorato

rapper-pauz

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musicworldnews.it:  ciao Pauz, raccontaci come ti sei avvicinato alla cultura rap? che cosa ti ha fatto appassionare di più  tanto da  diventare un vero e proprio rapper?
Pauz: avevo 9 anni, era il 1996, un mio compagnetto delle elementari mi canto’ il ritornello di “Funky Tarro” degli Articolo 31, dicendomi che il disco fosse fighissimo, io ai tempi non sapevo nemmeno cosa fosse il rap, si avevo ascoltato “La mia moto” di Jovanotti, ma ai tempi non sapevo cosa fossero i generi, per me era musica, e quando ascoltai quei disco ricordo che non feci altro per 1/2 mesi,fu una carica enorme per me e ne diventai un fan.
Nello stesso anno vidi i primi graffiti sui muri della mia Citta’, cosa rarissima ai tempi, e da appassionato dei fumetti, mi misi anche io a fare le prime bozze, insomma il 96 mi diede una seconda vita, e dopo degli anni a dipingere e ascoltare musica, nel 2000 scrissi il mio primo pezzo alle scuole medie.
Da quel giorno non mi fermai piu’.

 

 

musicworldnews.it: cosa ti porta a scrivere una canzone?
Pauz: il bisogno di parlare con me stesso.

 

musicworldnews.it: il tuo team di lavoro è sempre lo stesso ?
Pauz: Non ho un team di lavoro, ho sempre scelto di fare le cose da solo, in modo da avere piena liberta’ in quello che faccio, ho pero’ delle persone di cui mi fido e con cui collaboro negli anni, persone serie che ammiro profondamente. Ne cito 3, i miei amici BBrothers con cui ho condiviso tutto negli ultimi anni, dalle canzoni, ai videoclip, dai palchi ai viaggi, e le mie coriste Irene e Asia, con cui da anni mi esibisco live, e con cui ho scritto e fatto uscire due pezzi che amo, che sono “Sei speciale” e “Fotografie”.

 

musicworldnews.it: fare rap e’ come parlare su una base ?
Pauz: Fare rap e’ una cosa talmente intima, che tutte le volte che scrivo un pezzo e lo riascolto, mi rendo conto di aver raccontato agli altri una parte della mia vita.

 

musicworldnews.it: non c’è una parola che ti definisce?
Pauz: ce ne sono due. Umile ed puntiglioso. Senza queste due cose non avrei mai fatto nulla. La prima mi ha insegnato a rimanere sempre con i piedi per terra, la seconda a non arrendermi mai.

 

musicworldnews.it:  qual è la tua posizione nello scenario del rap italiano?
Pauz: non mi definisco un rapper da anni, e a dir la verita’ , non mi interessa avere una posizione in questo panorama. Ho profonda stima per i veri, e per chi sputa il sangue sui testi, so quanto costa farlo, e lo facevo pure io, ai tempi dove alle serate non ti davano una lira e ti pagavi anche la bottiglietta d’acqua, ma sono felice di aver portato questo suono anche alle orecchie di grandi e piccini, trasformando il tutto in una cosa piu’ pop. Una scelta spontanea, una scelta naturale.

 

musicworldnews.it: quali sono le 3 produzioni italiane che ti hanno colpito di più quest’anno e perché?
Pauz: Il primo nome che ti faccio e’ Tedua. E’ un pazzo scatenato, basta vedere i suoi live, e la cosa che mi piace di piu’, e’ che non avevo mai sentito una cosa come la sua. Merito anche del suo produttore, che fa dei beat assurdi.
Il secondo e’ Coez, lo seguivo da anni, e quando sentii “Ali sporche” mi resi conto che da quel momento avesse dato una svolta a tutto. E infatti da li a poco inizio’ a girare nelle radio.
Il terzo nome che ti faccio sono Takagi e Ketra. Si hanno preso l’Italia, qualsiasi cosa facciano diventa una Hit ! Stima.

 

 

musicworldnews.it: negli ultimi anni,la diffusione della musica è cambiata molto, adesso ci sono gli store digitali e le piattaforme di streaming, quali sono i pro e i contro secondo te, rispetto a prima?
Pauz: L’evoluzione e’ una cosa che amo, bisogna sempre essere al passo con i tempi, ed e’ grazie ad Internet se molti giovani sono venuti fuori, anzi, al giorno d’oggi quasi tutti prima fanno i numeri su internet e poi vengono proposti alle Major. I contro sono che non si vendono piu’ dischi, e che non si sta piu’ ore ad aspettare che quel pezzo passi in radio o alla tv, si ha tutto con un clic. Mi ricordo che ai tempi, aspettavo dalla mattina fuori dal negozio di dischi, per avere la cassettina e poi il cd di quell’artista, oggi chi e’ che lo farebbe?

 

musicworldnews.it: cosa ti ha insegnato la musica?
Pauz: a far capire a me stesso che anche un perdente puo’ diventare un vincitore.

 

musicworldnews.it: cosa provi quando sei su un palco?
Pauz:  un tempo salire sul palco era come un esame, avevo le gambe che mi tremavano, e sfogavo tutta la rabbia che avevo.
Oggi sono cresciuto, ho trasformato quella rabbia in amore, e quando mi esibisco, mi interessa solamente donare delle emozioni, catturare l’attenzione di chi sta sotto. Scendere da quel palco sapendo di aver dato il cuore.

 

musicworldnews.it: dalle canzoni che scrivi sembri una persona innamorata. E’ cosi’?
Pauz: ho sempre amato le canzoni d’amore, mi rendo conto quando una canzone e’ sentita o e’ fatta con il solo scopo di vendere.
Sono innamorato della vita, di quella, e dei sorrisi della persona che amo. Queste due cose mi portano a dare il meglio di me.
La mia famiglia mi ha aiutato tanto in questo. Mi hanno insegnato i valori della vita.

 

musicworldnews.it: qual’e’ stata la soddisfazione piu’ grande che ti ha dato la musica?
Pauz: insegnare alle scuole elementari della mia citta’.
Assieme abbiamo scritto e composto una canzone. Non mi dimentichero’ mai di quei bambini e di quello che hanno fatto. Un emozione unica.

 

musicworldnews.it: cosa vuoi dire ad un giovane che vuole avvicinarsi alla musica?
Pauz: di credere in se stesso, perche’ gli altri lo faranno solo quando fara’ comodo a loro.

 

musicworldnews.it: Grazie Angelo (in arte Pauz ) per averci concesso questa bellissima intervista, sotto uno dei tuoi video.

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