APRI L'INDICE DEI CONTENUTI
In Kenya qualcosa si sta muovendo, sembra che anche i sacerdoti abbiano deciso di abbracciare la musica rap, non tanto perché stiamo parlando di un genere unico, ma soprattutto per raccontare in musica alcuni insegnamenti, arrivando così ad un pubblico sempre più vasto.
Padre Ogalo ne è un chiaro esempio, stiamo parlando di un sacerdote del Kenya, appartenente alla Chiesa cattolica di St. Monica, la sua particolarità è proprio quella dell’uscire fuori dagli schemi, infatti se di mattina lo si può trovare vestito da sacerdote, il pomeriggio si trasforma, indossa abiti molto simili a quelli dei rapper americani e stupisce la platea.
L’abbigliamento è importante, quindi si presenta in pantaloncini corti, una bella bandana rossa e porta con sè la musica hip – hop, così non solo si esibisce alla grande, ma in perfetto stile rap cita passi del Vangelo e preghiere al fine di arrivare ai giovani.
In Africa ormai è diventata consuetudine quella di utilizzare la musica per attirare giovani, un vero cambiamento a quanto pare, che ha portato tutti loro ad abbandonare le forme di comunicazione più tradizionali, abbracciando l’evangelizzazione in stile rap.
L’obiettivo quindi è duplice, non si parla solo di portare a tutti la filosofia del cambiamento, ma anche di tenere lontani i ragazzi dalle droghe; lanciando un messaggio di questo tipo si riesce persino a farli riavvicinare a Cristo, il che non è affatto male, stiamo pur sempre parlando di un traguardo importante che meriterebbe tutta la nostra attenzione.
Arrivano però anche i primi problemi per padre Ogalo!
I vertici della Chiesa cattolica non hanno apprezzato l’atteggiamento di padre Ogalo, il quale sembra essere fin troppo alternativo, insomma, per loro la musica rap, ed il suo utilizzo non sono certo ammessi, non rappresentano gli strumenti giusti per predicare.
Dopo un confronto interno hanno deciso di sospendere padre Ogalo, ed a lanciare tale messaggio è stato il vescovo Philip Anyolo; a questo punto però era facile aspettarsi anche una reazione che non ha interessato solo le persone del posto, ma anche i tantissimi utenti che tramite internet hanno appreso questa pessima notizia.
Le accuse verso gli organi ecclesiastici non si sono fatte attendere, sembra quasi che ci sia una dittatura il che è decisamente sbagliato, i parrocchiani pensano che la Chiesa dovrebbe aggiornarsi, che quindi l’utilizzo di moderne tecnologie è fondamentale, così come anche un approccio differente, proprio come quello intrapreso da padre Ogalo.
In Kenya su una popolazione di circa 48 milioni di persone, solo 7.5 milioni di loro sono cattolici battezzati, ma il numero negli ultimi anni anziché aumentare è sceso drasticamente; questo è un aspetto che dovrebbe far riflettere.
I preti rapper rappresentano una gran bella realtà che non si fa spazio solo in Africa, ma in tanti altri paesi, persino negli Stati Uniti esistono alcune figure molto rilevanti, proprio come padre Joshua Johnson che in poco tempo è riuscito a farsi amare, facendo crescere la parrocchia, tanto che ad oggi più di 600 giovani sono lì sempre pronti ad ascoltare il suo Vangelo in chiave rap.
La musica rap nelle chiese è una bella realtà, ma quanti problemi a volte!